Meditazioni sul Vangelo

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Med. br48

Oltre i comandamenti

L’uomo non può avere una vita ordinata, prospera e serena se non vive secondo la legge che Dio ha scritto nel suo cuore; non osservare questa legge è contraddire la propria natura e generare disordini, dolori e orrori. Oggi, il mondo intero è immerso in un mare di contraddizioni, di dolori e di orrori, evidentemente gli uomini non stanno osservando la legge scritta nel loro cuore, ma qual è questa legge? In fondo, è la legge dell’amore. Molti si troveranno d’accordo con questa affermazione, ma più si cerca di precisare e approfondire gli svariati aspetti di questa legge, più le cose si complicano. Israele, il popolo della legge per eccellenza, precisando e approfondendo è riuscito a scoprire 613 comandamenti; questo può dare un’idea della vastità e dello splendore della realtà dell’amore.

Dire che la legge costitutiva dell’essere umano è l’amore è vero, ma rischia di essere troppo generico e non avere conseguenze pratiche; dire che la legge dell’amore si esplicita in 613 comandamenti rischia di essere troppo complicato; in effetti, l’amore è un mistero tale che se uno vi si addentra non ne esce vivo. Un comandamento che troviamo nel Deuteronomio è il seguente: Quando costruirai una casa nuova, farai un parapetto intorno alla tua terrazza, per non attirare sulla tua casa la vendetta del sangue, qualora uno cada di là (Dt 22, 8). Questo per dire che dobbiamo vigilare affinché i nostri beni non diventino un’occasione di caduta per i fratelli, e il principio si può applicare a diversi beni, sia materiali, sia spirituali; ad esempio, la bellezza fisica, soprattutto nello splendore della giovinezza, può essere un’occasione di caduta nel peccato di vana gloria, o di invidia, o di adulterio; se invece la si riveste di pudore e discrezione, è come fare un parapetto sulla terrazza per prevenire le cadute.

Per fare ordine e aiutare a orientarci Gesù ci dice da cosa dipendono tutti i comandamenti. Un giorno uno scriba gli chiede qual è il primo dei comandamenti, e lui risponde: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c'è altro comandamento più grande di questi (Mc 12, 29-31). Il vangelo di Matteo precisa: Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti (Mt 22, 40). Lo scriba è soddisfatto della risposta, ed è un segno che personalmente aveva assimilato e praticava quei comandamenti, per questo Gesù gli dice: Non sei lontano dal regno di Dio (Mc 12, 34).

Questa osservazione suggerisce che oltre l’osservanza dei comandamenti c’è qualcosa di ancora più prezioso. Infatti, la pratica dei comandamenti conduce alle soglie del regno di Dio, ma l’ingresso nel regno dipende esclusivamente dalla risposta che diamo all’invito che riceviamo dal suo Re. La cosa singolare è che questo invito può raggiungere anche chi ha passato una vita a trasgredire i comandamenti. La risposta all’invito di Gesù è più importante di tutto, anche se l’osservanza dei comandamenti può favorire molto una risposta positiva. Il buon ladrone si era impegnato a fondo nel trasgredire i comandamenti, eppure, sulla croce Gesù lo invita a entrare nel suo regno, lui lo accoglie e lo supplica: Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno e, sorprendentemente, Gesù gli promette: In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso (Lc 23, 42).

Il giovane ricco invece, che fin dalla giovinezza osservava i comandamenti, quando Gesù lo invita a lasciare tutto per seguirlo, se ne va triste perché non se la sente di lasciare il “suo regno” per il regno di Gesù. Anche allo scriba Gesù avrebbe potuto fare un discorso simile a quello del giovane ricco: “Se vuoi essere perfetto, se vuoi la pienezza della verità e dell’amore, vieni e seguimi, perché io sono la via, la verità e la vita; il mio regno è il regno dell’amore e non avrà mai fine”.

Non si tratta di essere buoni e di osservare delle regole morali per essere a posto con Dio, o per amore di un benessere personale e sociale altrimenti impossibile, ma si tratta di rispondere al fascino di Gesù. Quando passa lungo il mare di Galilea, Gesù vede Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, li chiama, e loro lasciano tutto e lo seguono; che cosa li ha attratti così irresistibilmente verso Gesù? L’uomo è attratto dalla bellezza, dalla bontà, dalla saggezza, dalla virtù… e la persona di Gesù emanava tutto questo in sommo grado, ma soprattutto, dal suo volto e dal suo sguardo fluiva un amore che mai avevano provato prima, un amore che non era di questo mondo, perché proveniva direttamente dal mondo di Dio. Da allora e lungo i secoli non è in altro modo che si entra nel regno di Dio.

Maria, regina del regno, ci ottenga la grazia di scoprire sempre più il fascino di suo Figlio.

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Meditazioni  Info
  • Ultimo aggiornamento 09-01-2024

    Meditazione sul libro di Giobbe (Capitoli: 1-42)

    La santità di Giobbe - Un principio di giustizia violato - Le due fasi della prova di Giobbe - La protesta di Giobbe - Gli amici di Giobbe - L’inizio di una disputa infuocata - La paura di Dio - Come può essere giusto un uomo davanti a Dio? - Giobbe fa saltare i nervi ai suoi amici ...

  • Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)

    A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare

  • La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte

    Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione

  • La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte

    Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto

  • La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro

    Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...

  • Le riche épulon et le pauvre Lazare

    Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...

  • Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

    Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.

  • Aprì loro la mente per comprendere le scritture

    Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.

  • Il fico maledetto

    Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.

  • Gesù esamina Pietro sull'amore

    Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 2

    Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 1

    Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.

  • Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)

    Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...

  • La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)

    Difficoltà  di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.

Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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