Meditazioni sul Vangelo

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Med. br18

Fuga e lotta con Dio ... 2/2

Noi non siamo più bambini, siamo in uno stato di rottura con Dio e siamo impegnati nell’impossibile impresa di entrare nel Regno dei Cieli, ossia nel regno della beatitudine, con le sole nostre industrie e senza voler assolutamente dipendere da una madre, senza passare per l’unica via e l’unica porta che introducono nel Regno. Se fossimo umili sarebbe un’altra storia, ma siamo orgogliosi e il nostro orgoglio non vuole riconoscere e ammettere la nostra assoluta povertà, la nostra miseria, la nostra impotenza, il nostro nulla… Tu dici: sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo…(Ap 3, 17).

Allora è inevitabile una dura lotta fra la verità del progetto di Dio e le nostre contraffazioni della realtà, fra la bontà di Dio che ci invita alla riconciliazione e la durezza del nostro cuore che in mille modi respinge il suo invito. La lotta è dura non perché Dio sia duro, esigente, inflessibile, cattivo… ma perché l’orgoglio che è in noi ci rende duri, inflessibili, cattivi… Tanto cattivi da crocifiggere l’Unico che ci ami veramente.

Come spesso accade, noi cediamo le armi, troviamo la via dell’umiltà e della supplica senza arroganza, quando tocchiamo il fondo, quando siamo costretti dagli eventi a prendere atto dei nostri errori e della nostra impotenza nel trovare un rimedio alla situazione di morte in cui siamo finiti.

Un percorso diverso è tuttavia possibile, anche se sono pochi coloro che lo trovano. Questo percorso ci è suggerito e raccomandato in modo particolare da Santa Teresina di Gesù Bambino, la quale assicura che la via della perfezione, ossia della gioia, è assai facile: Basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia di Dio (Lettera 202). E che ciò che rende graditi lei e noi agli occhi di Dio, non sono i nostri atti eroici, ma il vedere che amiamo la nostra piccolezza e la nostra povertà (Lettera 176). Le più piccole azioni, fatte per amore, sono quelle che affascinano il cuore di Dio (Lettera 171). Quando non sento nulla, quando sono incapace di pregare, di praticare la virtù, è quello il momento di cercare delle piccole occasioni, dei nonnulla che piacciono a Gesù più che l’impero del mondo, più del martirio sofferto eroicamente (Lettera 122). Sentire il proprio nulla e rallegrarsi di non essere che un povero piccolo niente, è in realtà una grande grazia (Lettera 100).

Tutti i suoi scritti sono in fondo una spiegazione delle insuperabili parole di Gesù: Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli (Mt 18, 3). Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11, 25).

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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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