Meditazioni sul Vangelo

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Med. br58

Il battesimo di Gesù (Lc 3, 15-16. 21-22)

Nel racconto del battesimo di Gesù al Giordano secondo l’evangelista Luca, Gesù non dice una parola, dicono però molto le sue azioni: Gesù va da Giovanni Battista come un peccatore che ha bisogno di purificarsi, si spoglia delle vesti, scende nel Giordano, è battezzato da Giovanni, risale dall’acqua, si mette a pregare, il cielo si apre, lo Spirito Santo scende su di lui, e infine si ode la voce del Padre dichiarare il suo amore per il Figlio. Tutta la scena è come un riassunto dell’opera di Dio nei confronti dell’uomo. Vediamo infatti operare insieme le tre persone della Santissima Trinità: il Figlio di Dio è battezzato da un uomo; lo Spirito Santo scende visibilmente come una colomba; il Padre dal cielo fa udire parole d’amore per il Figlio.

Per cercare di comprendere il mistero del battesimo di Gesù al Giordano conviene considerare prima di tutto un altro mistero, quello della caduta dell’uomo. L’uomo è caduto perché l’orgoglio lo ha indotto a far prevalere il suo giudizio su quello di Dio, affermando così, stoltamente, di essere più saggio del suo Creatore, in questo modo ha offeso Colui che lo amava; ma quando un amante è offeso gravemente dall’amato le conseguenze non possono non essere molto dolorose. Se ci troviamo in un mare di guai è perché Dio è stato offeso dall’uomo, così, solidali per natura a chi ha peccato, portiamo il peso del dolore che necessariamente segue la rottura di un amore; la gravità del dolore ci dice la gravità dell’offesa fatta all’amore.

Per ricostruire una storia d’amore ci vuole pentimento, riparazione, umiltà; e Gesù ce lo insegna in continuazione con le parole e con le opere. Il primissimo atto di umiltà di Gesù, a cui rischiamo di non prestare la dovuta attenzione, è il fatto enorme dell’incarnazione: un Dio accetta di assumere per sempre i limiti angusti della natura umana; e questo per guarirla dalle gravi ferite che ne deturpano la bellezza e ne compromettono il corretto funzionamento. Al Giordano poi, Gesù ci dà una lezione di umiltà associandosi ai peccatori che vanno da Giovanni per essere purificati; lui, il Santo e il Puro, è come se prendesse su di sé il peso e le conseguenze del nostro peccato, come già avevano annunciato i profeti. Il battesimo di Giovanni con l’acqua è inoltre una figura del battesimo di fuoco che Gesù subisce durante la vita terrena e che culminerà nella Passione, morte e risurrezione. Gesù è anche il primo a essere battezzato in Spirito Santo e fuoco; lo testimonia lui stesso: C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! (Lc 12, 50). La Passione e risurrezione sono in figura nei vari movimenti compiuti da Gesù: lo spogliarsi delle vesti allude allo spogliamento delle vesti sul Calvario; scendere nel Giordano allude alla sua morte e alla discesa dalla croce al sepolcro; il riemergere dalle acque è come un segno di risurrezione. Lo scopo di tutto è perché il cielo possa riaprirsi, lo Spirito d’Amore e di Verità scendere sugli uomini e il Padre possa di nuovo compiacersi nei suoi figli.

Ciò che è accaduto a Gesù al Giordano è analogo a ciò che deve accadere a ogni uomo che accetta di lasciarsi salvare da lui; ciò che è accaduto a lui accadrà anche a noi, perché anche di noi il Padre vuole poter dire: Tu sei il figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento. San Paolo insegna poi che c’è una relazione fra il battesimo e la morte, ciò che deve morire nelle acque del battesimo è il nostro peccato, è il nostro uomo vecchio che funziona secondo il mondo e non secondo Dio: Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Rm 6, 3-4).

Ci sono dunque due battesimi: quello con l’acqua di Giovanni e quello in Spirito Santo e fuoco di Gesù, l’uno è preparazione dell’altro, l’uno ha un’efficacia limitata, l’altro porta a compimento l’opera iniziata dal primo; questi battesimi sono come i due movimenti necessari alla nostra salvezza; il primo movimento è caratterizzato dalle azioni o dall’impegno che dipendono da noi, il secondo è opera di Dio che perfeziona e compie quanto è al di là delle possibilità umane. Questo progetto e le sue implicazioni probabilmente non sono ben chiari nella nostra mente, infatti, l’opera della redenzione e della glorificazione dell’uomo è di una complessità enorme, solo il Signore ne conosce tutti gli aspetti, i tempi, i modi, ma un giorno tutto sarà chiaro se vorremo seguire docilmente Colui che ci ama come nessun altro è capace di amarci sulla terra.

Che la Santa Vergine ci ottenga di credere all’amore di Gesù per noi.

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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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