Meditazioni sul Vangelo

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Med. br56

Gesù ritrovato nel tempio (Lc 2, 41-52)

Le opere di Dio sono dei misteri, sono tesori di luce che eccedono la nostra intelligenza, ma proprio perché la eccedono la nutrono e la beatificano, purché non preferiamo le tenebre alla luce (Gv 3, 19). La perdita di Gesù dodicenne a Gerusalemme durante la festa di Pasqua, Maria e Giuseppe che lo cercano angosciosamente, il suo ritrovamento fra i dottori del tempio mentre li ascoltava e li interrogava, l’enigmatica risposta alla domanda di sua Madre… sono eventi evocati nel mistero del rosario: “Gesù ritrovato nel tempio”; questi eventi hanno anche una relazione con la nostra vita, perché tutti, per il solo fatto di esistere, siamo in qualche modo coinvolti nei misteri di Dio, ma il più delle volte non ce ne rendiamo conto e pensiamo che siano cose a noi estranee.

Un primo aspetto del mistero è che un precetto dell’amore: non fare a nessuno ciò che non piace a te (Tb 4, 15), è “trasgredito” da Gesù stesso, infatti, se Gesù voleva rimanere a Gerusalemme per intrattenersi con i dottori del tempio, la più elementare buona educazione richiedeva che avvertisse Maria e Giuseppe delle sue intenzioni. Perché non l’ha fatto? Perché non ha tentato di farlo nel caso sia stato sorpreso da situazioni imprevedibili? La cosa è molto, molto strana, perché così facendo Gesù ha provocato sofferenza e angoscia proprio alle persone che più lo amavano. Che non sia stato un incidente fortuito, indipendente dalla volontà di Gesù, lo si desume dal fatto che, quando Maria e Giuseppe lo ritrovano, non si scusa per l’accaduto, non dà spiegazioni, ma li interroga: Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? Poi l’evangelista annota: ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Dobbiamo considerare che Maria e Giuseppe erano i suoi più intimi e lo conoscevano meglio di chiunque altro, inoltre, erano persone di grande santità con una vita di preghiera intensa, conoscevano in profondità le Scritture, sempre avevano seguito con docilità le incredibili iniziative di Dio... eppure, nonostante queste favorevolissime disposizioni, non comprendono ciò che Gesù dice loro.

Questo aspetto del mistero è un invito a prendere atto che ci sono delle parole e dei comportamenti di Gesù che nemmeno i suoi amici più intimi, nemmeno le persone più sante, riescono a comprendere, anzi, proprio chi ha una grande intimità con Gesù scopre che ci sono in Lui cose molto misteriose: le cose del Padre suo. Ci sono parole di Gesù, eventi e situazioni, che appaiono contraddittori, oscuri, sconcertanti, e dobbiamo riconoscerlo; questi fatti, duri come la pietra, resistono alle incerte spiegazioni della saggezza umana, anche teologica, biblica o spirituale; in questi casi l’atteggiamento giusto è quello di Maria che custodiva tutte queste cose nel suo cuore; noi invece, per pigrizia, siamo troppo inclini ad accontentarci di spiegazioni che non rispettano l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità (Ef 3, 18) dei misteri di Dio. Certe parole e certi eventi si comprendono solo quando Gesù si manifesta, quando lui decide di illuminare con la sua luce e consolare con il suo amore coloro che accettano di fare un po’ di fatica per cercare la Verità; nel frattempo il salmista ci suggerisce come pregare: Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto (Sal 26, 8-9). Fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi (Sal 79, 4). Se faremo come Maria quando saremo in situazioni che ci interrogano e ci sconcertano, allora avremo grande gioia quando il Signore ci illuminerà.

Che Maria e Giuseppe ci aiutino ad addentrarci nei misteri divini con le giuste disposizioni.


Nota: puoi trovare uno sviluppo più ampio e approfondito della meditazione: qui .

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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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