Meditazioni sul Vangelo

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Med. br24

Auguri di Natale

Primo augurio
Nella notte di Natale gli Angeli ci invitano a gioire, ma gioire perché?... I fatti incontestabili che il Vangelo ci mette sotto gli occhi non sembrano molto indicati per suscitare la gioia: Per loro non c'era posto nell'alloggio... il suo figlio primogenito lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia. Questo è ciò che l'uomo può offrire al suo Creatore: o un rifiuto o una stalla! Non abbiamo proprio di che vantarci. Ma la cosa sorprendente è che gli Angeli esplodono di gioia quando gli uomini offrono a Dio il ricovero della loro stalla. Ecco allora un augurio non banale: che ognuno di noi possa offrire al Signore il ricovero disadorno e maleodorante della propria stalla, faremo allora gioire prima di tutto Lui, perché così può salvarci, e poi noi quando sperimenteremo i benefici della sua salvezza!...

Secondo augurio
Per loro non c'era posto nell'alloggio... il suo figlio primogenito lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia. Gesù nasce, ma non in un luogo bello e confortevole, non nasce nel nostro alloggio più o meno riccamente arredato in cui tentiamo di nascondere a noi e agli altri la disperazione che ci opprime e l'incapacità di amare che fa di noi dei barbari... Gesù nasce invece in una stalla, per dirci che è la nostra abitazione più disadorna e maleodorante che ha un disperato bisogno di Lui. È lì che sono condotti dagli Angeli i pastori, e se anche noi ci lasceremo condurre dagli Angeli scopriremo che la bontà di Dio si rivela proprio nelle desolazioni e negli orrori da cui vorremmo sempre e inutilmente fuggire. Ecco allora l'augurio: "Che ognuno di noi non tema di lasciarsi condurre lì dove non vorrebbe, lì dove non immaginerebbe, lì dove la Gloria del Cielo e il Volto del Bimbo che sarà la nostra beatitudine eterna ci attendono!..."

Brevi riflessioni  Info

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Meditazioni  Info

Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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