Credenti o creduloni?...
Dato che i cristiani credono a delle cose folli, a delle cose dell’altro mondo, si è tentati di giudicarli come creduloni. Dobbiamo allora chiederci che differenza c’è fra un credente e un credulone. Intanto bisogna dire che l’atto di fede è un fatto inevitabile e quotidiano; nessuno di noi infatti è in grado di dominare con la sua ragione fatti, eventi ed enigmi che ci sconcertano, ci interpellano e suscitano interrogativi a cui non è facile rispondere. È inevitabile allora la scelta fra credere o non credere a ciò che altri dicono sugli enigmi in cui ci imbattiamo. E a volte bisogna scegliere non solo se credere o non credere, ma se credere a chi dice una cosa e chi ne dice un’altra. La scelta poi diventa particolarmente grave e vitale quando si tratta di cose che riguardano il senso della nostra vita e il suo fine ultimo. In questo caso, credere o non credere, credere a ciò che dicono gli uni o a ciò che dicono gli altri, è una questione di vita o di morte.
Ora, per effettuare questa scelta, il credente utilizza correttamente e a fondo la ragione, il credulone invece mostra sia una scarsa sensibilità nel cogliere gli aspetti paradossali e sorprendenti che si incontrano nella vita, sia uno scarso impegno nell’inevitabile fatica che comporta il discernere se è credibile oppure no chi propone qualcosa da credere. Per imparare a fare questa distinzione, oltre al corretto uso della ragione, dobbiamo diventare noi stessi credibili. L’impegno per diventare credibili e l’attitudine interiore che questo comporta, ossia l’amore per la verità e l’orrore per ogni forma di menzogna, di ipocrisia o di simulazione, permette di riconoscere per simpatia, per connaturalità, tutti coloro che posseggono la stessa attitudine.
Chi è abituato a mentire, pensa che tutti più o meno mentano, e gli è difficile pensare che ci sia qualcuno che dice solo la verità. Chi invece è abituato a cercare e a dire solo la verità, riesce in qualche modo a capire o intuire, chi dice il vero e chi mente perché riconosce o non riconosce nell’altro la sua stessa attitudine. L’amore e l’impegno nel cercare in ogni cosa la verità, fanno del credente una persona credibile, affidabile, umile, molto più incline a tacere che a parlare. Difficilmente si potranno trovare questi tratti in un credulone. Questo permette anche di giudicare l’albero dai frutti: quando vediamo delle persone credibili e affidabili, sarebbe stolto dire che sono dei creduloni e disprezzare le cose in cui credono. Chi avesse difficoltà a trovare tali persone, cerchi dalla parte dei santi e troverà ciò che di più bello può sorgere dalla terra.
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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.
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