Il rischio di abbandonare Gesù
Dio non può amare l’uomo senza metterlo anche in pericolo, e questo perché vuole assolutamente che la risposta al suo amore sia libera; di conseguenza l’uomo ha il potere di dire di no all’amore che Dio gli propone, e alla fine Dio rispetterà la sua scelta. Ognuno di noi, nei tempi e nei modi che Dio solo conosce, si troverà a dover scegliere fra Dio o qualcun altro, non solo, a varie riprese la scelta dovrà essere rinnovata; inoltre, fin che siamo su questa terra abbiamo sempre la possibilità di passare da Dio agli idoli o dagli idoli a Dio. Nel corso della vita poi, le nostre scelte tendono a consolidarsi in un senso o nell’altro, fino a fissarsi nella scelta definitiva che resterà tale per l’eternità. Queste sono le regole del gioco secondo il progetto di Dio; i nostri progetti o si adegueranno al progetto di Dio o si schianteranno contro la Pietra: Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà (Mt 21, 44).
Nel libro di Giosuè è raccontato un episodio in cui il popolo è chiamato a rinnovare la sua alleanza con Dio. Giosuè raduna le tribù di Israele a Sichem e fa loro un breve riassunto di ciò che è successo da Abramo in poi, conclude dicendo: Scegliete oggi chi volete servire: “gli idoli oppure il Signore”. Il popolo, considerando ciò che il Signore aveva operato in suo favore risponde: Perciò anche noi serviremo il Signore. Giosuè dovrebbe essere contento della dichiarazione, invece ribatte: Voi non potete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso, “se non gli sarete fedeli saranno guai seri per voi”, ma il popolo insiste: No! Noi serviremo il Signore (Gs 24, 1-28). Il seguito della storia mostrerà ampiamente le continue infedeltà del popolo e i continui richiami di Dio.
I timori di Giosuè, nonostante le rassicuranti dichiarazioni del popolo, dipendono da una duplice consapevolezza: egli sa quanto il popolo è instabile nelle sue decisioni, quanto è incline a lasciarsi sedurre dalle idolatrie diffuse nei dintorni e quanto tenacemente tende ad attaccarsi ai beni di questo mondo; l’altro aspetto che un uomo di Dio conosce bene sono le esigenze dell’amore di Dio. Dio è santo, Dio è puro, Dio è geloso, il popolo invece non è né santo, né puro e il suo amore è piuttosto tiepido, è come la rugiada che all’alba svanisce, inoltre, ha anche una dura cervice. Stando così le cose, la conquista del cuore dell’uomo da parte di Dio è una storia rischiosa, è una storia faticosa e pericolosa. Dio rischia continuamente di essere respinto e di essere abbandonato.
Nella sinagoga di Cafarnao abbiamo una chiara conferma di questo fatto. Gesù dice delle parole forti e inattese; molti suoi discepoli rimangono scandalizzati quando sentono: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita… la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda… colui che mangia me vivrà per me… chi mangia questo pane vivrà in eterno. La reazione di molti è: Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?... e allora: Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui (Gv 6, 53-69).
In questo caso ciò che provoca scandalo nei discepoli è diverso da ciò che provocherà scandalo nell’ora della Passione del Signore, in quell’ora sarà il potere delle tenebre che si abbatte in maniera inaudita sull’innocenza e la bontà di Gesù, a Cafarnao invece è una manifestazione inaudita dell’amore di Gesù, è l’annuncio del modo da lui scelto per comunicare agli uomini la sua stessa vita; come il cibo dà vita e diventa una cosa sola con chi lo mangia, così lui vuole diventare una cosa sola con coloro che lo amano dando in cibo sé stesso. In entrambi i casi l’uomo fa esperienza della sua inadeguatezza nei confronti di realtà che lo superano, l’uomo è messo in pericolo sia dall’eccesso dell’amore di Dio, sia dall’eccesso del potere delle tenebre che si oppone all’amore di Dio. Non prendere in considerazione questi pericoli è il modo più sicuro per subirne le conseguenze, di solito è proprio chi è consapevole dei pericoli che riesce a evitarli. Ma se l’amore di Dio ci mette in pericolo, ci offre anche i rimedi per evitarlo, essi sono: Gesù e Maria, o meglio, un certo atteggiamento verso Gesù e Maria; l’atteggiamento richiesto è quello del bambino verso il padre e la madre: Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Mt 18, 3); come il bambino ha bisogno in ogni momento dei genitori perché si sente inadeguato ad affrontare la realtà che lo circonda, così noi, per affrontare i misteri della vita, e tra questi il mistero di Dio, dobbiamo ricorrere alla mediazione di Gesù e Maria per cavarcela senza danni, altrimenti: La pietra che i costruttori hanno scartato cadrà su di noi e ci stritolerà. A volte le parole o gli atteggiamenti di Gesù sono occasione di scandalo, ma non è abbandonando Gesù che elimineremo lo scandalo. Pietro ha l’atteggiamento giusto di chi si affida anche se non capisce: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
Maria, che abbiamo ricevuto in dono nell’ora buia del Calvario, ci ottenga di essere sempre docili alle iniziative di suo Figlio.
Brevi riflessioni
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01-05-2022 - Quella notte non presero nulla (Gv 21, 1-14)
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24-04-2022 - Per timore dei Giudei (Gv 20, 19-31)
Un timore giustificato
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17-04-2022 - Il mistero della risurrezione di Gesù (Gv 20, 1-9)
Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti
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27-03-2022 - Il figlio prodigo (Lc 15, 11-32)
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20-03-2022 - Se non vi convertite, perirete (Lc 13, 1-9)
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Il mistero della tentazione
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Illusioni e realismo
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13-02-2022 - Le beatitudini (Lc 6, 17. 20-26)
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Un lavoro in due tempi
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23-01-2022 - Gesù nella sinagoga di Nazaret (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)
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16-01-2022 - Le nozze di Cana (Gv 2, 1-11)
Una miracolosa trasformazione che ci riguarda
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09-01-2022 - Il battesimo di Gesù (Lc 3, 15-16. 21-22)
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19-12-2021 - Maria visita Elisabetta (Lc 1, 39-45)
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15-08-2021 - La Donna vestita di sole e il Drago rosso
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Analogie con la ricerca della felicità
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Ultimo aggiornamento 07-04-2021
Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)
A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte
Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte
Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto
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La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro
Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...
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Le riche épulon et le pauvre Lazare
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Come mai questo tempo non sapete valutarlo?
Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.
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Aprì loro la mente per comprendere le scritture
Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.
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Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.
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Gesù esamina Pietro sull'amore
Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 2
Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 1
Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.
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Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)
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La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)
Difficoltà di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.
Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.
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